La donna secondo gli uomini del medioevo / Pazolli Gridi - article-

La donna secondo gli uomini del medioevo

Dalle informazioni che abbiamo è un dato di fatto che le donne vissute nel medioevo, le loro condizioni, derivano dalle imposizioni dei maschi1. Questo fatto in parte può essere attribuito alle credenze vigenti e alle condizioni economico-sociali dell' Europa occidentale. La scarsità di materiale lasciatoci da esse ha fatto sì che unica cosa certa che possiamo conoscere sono i limiti che vivevano, imposti da una società fortementepatriarcale. Pertanto farò una sintesi dell'opinione che correva tra i teologi, moralisti e filosofi naturalisti come viene esposto da M.T.D'Alverny in Come vedono la donna i teologi ed i filosofi.

Nonostante tutto ciò ci sono casi come Ildegarda Di Bingen che ci fanno capire la presenza, anche se si tratta di una minoranza, di donne che “osavano” dire la propria opinione su temi fondamentali dell'epoca che vivevano, quale la sessualità e la famiglia. E' in questa linea di cambiamento, avviata dal “sesso debole” che ci dobbiamo rivolgere per salvare quel poco che è rimasto dopo l'ondata di euforia causata dalla rivoluzione scientifica. Visto che 'nuove preoccupazioni sociali generano nuovi problemi intellettuali e storici'2 come l'ecologia, dove non si tratta più di una o dell'altro genere umano ma della sopravvivenza della natura stessa e della vita che contiene dentro di sé. Ci dobbiamo aggiornare sui reali problemi che abbiamo ereditato, mettere da parte la sete insaziabile di potere economico e politico e riconoscere alla natura il suo valore,
rispettando i suoi cicli. La corsa all' industrializzazione ha creato uno strano “gioco” fatto di bombe atomiche, inquinamento e riscaldamento globale3.                                                                                                    
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1 Michela Pereira, Né Eva né Maria Zanichelli p. 10.
2 Carolyn Merchant, La morte della natura Garzanti p. 31.
3 Hannah Arendt in Sulla Violenza denunci la insana situazione creatasi dal secondo dopo guerra: la pace tra i stati


I limiti delle donne nel medioevo

La donna nel medioevo era circondata da limiti e imposizioni sia dalla Chiesa sia dalla società medioevale. Innanzitutto occorre fare una distinzione tra due categorie: donne che appartenevano a famiglie benestanti e donne che appartenevano a famiglie più o meno povere. Questa distinzione è importante perché molto rispecchia anche le loro poche possibilità di scelta sulla propria vita. Se nella prima categoria c'era una minima possibilità di scelta non si può dire lo stesso della seconda categoria dove l'infanticidio o morte causata dalla violenza era assai frequente. Le statistiche dell'epoca ci dicono che il numero dei maschi era maggiore di quello delle femmine e questo era anche uno dei motivi del maggior valore che avevano quest' ultime rispetto ai maschi. La donna era molto importante non soltanto per la sua capacità riproduttiva ma perché essa si occupava di tutte le faccende lavorative della casa e dell'allevamento dei bambini.
Questo ruolo comprendeva soprattutto le donne appartenenti alla suddetta seconda categoria. Per quanto riguarda le donne che appartenevano a una famiglia benestante esse erano una buonissima merce di scambio per stipulare un patto di fedeltà tra due famiglie o tra due stati diversi. Certo non si può dire che questa tipologia di donna vivesse una situazione di libertà: essa non poteva scegliere liberamente il proprio marito
ma questo veniva deciso dal padre di famiglia quando la futura donna era ancora una bambina di sette o più anni; non potevano imparare a leggere e a scrivere, fatta eccezione di pochi casi; era quasi impensabile che una donna potesse svolgere una libera professione come medico, insegnante o aprirsi una propria attività commerciale. Ciò era esclusiva dei maschi, esseri dotati e fatti a immagine e somiglianza di Dio, razionali perciò di natura. Quindi la donna che non voleva essere un mezzo per la formazione di alleanze tra famiglie, sposando un uomo che neanche conosceva, aveva come seconda possibilità di farsi monaca. Nel XII secolo, perciò, si riscontrò un aumento dei monasteri e delle donne che vi trascorrevano la vita. Coloro che per una ragione o per un' altra non vi riuscivano ad entrare o a sposarsi avevano una vita molto difficile. Il loro numero 'è in costante aumento soprattutto nelle città, dove la prostituzione si diffonde, mutando le sue caratteristiche, da professione riconosciuta e viene garantita mediante l'armamento. Sono successe tante cose da allora ma si è trovato un' accordo adeguato per conservare la pace? “istituzionalizzata” a fenomeno di emarginazione sociale'4. È in questo periodo che la presenza della Chiesa si fa più sentire mettendo da parte l'ascetismo rivolto sia a donne che a uomini e proponendo alla società un matrimonio basato sul reciproco amore e consenso, ed è sempre a partire da questo secolo che si ha un relativo miglioramento delle condizioni delle donne quali la libertà di comprare e vendere, la capacità di fare testamento, la responsabilità penale. Nel medioevo quindi il ruolo della donna è ben definito: essa, in quanto inferiore per natura al maschio, ha bisogno di lui per farsi guidare. In realtà il risultato di ciò è l' essere rinchiusa in casa ad occuparsi dei figli. La Chiesa dal canto suo propone alle donne la vergine Maria come modello di vita causando in questo modo la morte sul nascere dell'individualità femminile. Pertanto quello che possiamo conoscere con certezza sono i limiti, ma nulla si può dire del perché hanno deciso di sottostare alle nuove condizioni5. Le opinioni comuni E' un compito ingrato, scrive M.T.D'Alverny in Come vedono la donna i teologi ed i filosofi, occuparsi del pensiero dei teologi e dei filosofi del XII secolo, quando trattavano della donna. Le esegesi dei teologi sulla Genesi o sugli Apostoli erano abbastanza comuni di secolo in secolo in tutto il periodo medioevale. Da una parte c'è la tematica della creazione di Adamo ed Eva: sono stati creati tutti e due a immagine e somiglianza di Dio o solo Adamo? Oppure il primo essere era un androgino? A partire dalle risposte interpretative da parte dei teologi della Genesi si arriva all'altra tematica: chi commise il primo peccato? Fu Adamo oppure Eva che causò l'espulsione dal paradiso e privò le generazioni future della possibilità di vedere Dio? Partiamo dal primo tema. Innanzi tutto la creazione del primo uomo è discussa in larga parte da tutti i teologi e poco dai filosofi naturalisti; questo perché il potere della Chiesa
all'epoca era onnipresente ed era facile essere scomunicati o accusati di eresia o blasfemia. La maggior parte dei teologi concordano che solo Adamo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio perché nella Bibbia c'è scritto che solo l'uomo (inteso il primo maschio) fu creato dal fango e dal soffio divino mentre Eva fu creata in un secondo momento, cioè non con la materia primordiale ma dalla costola di Adamo. Il perché fu creata dalla costola e non dai piedi o dalla testa è un' altra parentesi di                            
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4 Michela Pereira, Né Eva né Maria Zanichelli p. 14.
5 Michela Pereira, Né Eva né Maria Zanichelli p. 18-19.


interpretazioni da parte dei teologi. Se fosse stata creata dai piedi Eva doveva essere la sua schiava; se fosse stata creata dalla testa doveva comandare Adamo. Ebbene, fu creata dalla costola perché uomo e donna si devono completare a vicenda. Essendo stato l'uomo creato per primo, ad immagine e somiglianza di Dio, è nella sua natura essere razionale e comandare o dirigere la materia o tutti i altri esseri viventi. La donna oltre al fatto che è stata creata per seconda e per sola somiglianza di Dio, doveva servire l'uomo e lasciarsi dirigere da lui come la ragione dirige la materia. Ecco cosa scrive Agostino in proposito: 'la donna deve essere dominata e governata dall'uomo nel medesimo modo in cui l'anima deve reggere il corpo e la ragione deve dominare la parte animale dell'essere'. In caso contrario Agostino avverte: 'se la donna domina l'uomo, e l'animalità la ragione, non c'è alcun ordine nel nucleo familiare' e aggiunge 'la donna è stata creata per aiutare l'uomo; egli governa, lei obbedisce; l'uomo è governato dalla saggezza divina, la donna dall'uomo'. Ne segue la raffigurazione mistica della creazione della Chiesa dalla costola ferita di Cristo in croce. Altre due interpretazioni degne di riportare sono la facoltà sensitiva nella donna e l'etimologia del nome “Eva”.
Secondo l'esegesi di Filone e Ambrogio: 'la donna indica la facoltà sensitiva (sensualitas), quando l'apostolo [S. Paolo] afferma che è l'uomo il capo della donna, ciò significa che la ragione deve dirigere la sensualitas'6. Questo stesso termine indicherebbe, seguendo l'esegesi, pure la debolezza di spirito perché essa ha una scarsa capacità di giudicare. Per quanto riguarda l'etimologia del nome “Eva”, questo vorrebbe dire “vita”, ma una vita che è misera, perché richiamerebbe i vagiti dei bambini: quando nasce il bambino grida a, mentre la bambina e, da qui il risultato EVA. La donna in parole povere deve essere buona, feconda, docile ed umile, deve obbedire al marito e sottomettersi alla sua volontà. Deve occuparsi delle faccende della casa, deve pregare in silenzio, non deve parlare in chiesa e cosi via con tanti altri deve. A favore dell'uguaglianza tra l'uomo e la donna si schiera Ruperto di Deutz. Sia l'uomo che la donna sono l'immagine di Dio, tutti e due sono dotati di ragione, destinati all' eternità. La donna, essendo stata creata dalla carne dell' uomo, non differisce in nulla da lui salvo che per il sesso. Il disegno di Dio era più elevato perché lui creò la donna dalla
costola di Adamo cosicché si legassero in un amore eterno. Anche se in molti hanno rifiutato l'idea del primo uomo androgino, seguendo in questo S. Agostino, non mancano teologi che ritrattano questo tema, però poi scartandolo nuovamente. Gregorio di Nissa propone, nella sua interpretazione, che la distinzione dei sessi è causa del peccato originale e questa distinzione verrà meno nel giorno del grande 
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6 M.T.D'Alverny Come vedono la donna i teologi ed i filosofi p. 275- 276. 


giudizio universale. In più, stando alla M.T.D'Alverny, non si può discutere sulla questione 'androgino' perché poco è stato trattato dai teologi di questo periodo.
Invece, riguardo alle dispute su chi sia più colpevole del peccato originale e chi ne sia la vera causa, tra Adamo ed Eva, questi due temi (la causa e la colpa) sembrano essere inscindibili nelle discussioni. Per quanto riguarda la prima questione, la Genesi è abbastanza chiara: a causare il primo peccato è stata Eva, che ha mangiato il frutto proibito a seguito dell'intrigo da parte di Satana, anche se subito dopo lo mangiò anche Adamo. I teologi si basano su questo racconto ma le interpretazioni che ne danno sono variegate. Il tutto si può sintetizzare nel fatto che Satana ha scelto di sedurre Eva e non Adamo perché Eva (la donna) non ha la stessa capacità razionale di Adamo (il maschio). Da qui ne consegue la sottomissione della donna all'uomo. Ma non tutto è perduto: le donne si possono consolare 'perché se Eva ha dato origine al primo peccato, Maria è stata fonte della salvezza. Esse non si devono disperare perché da loro nasce la speranza'7 di salvarci tutti. Ad ogni modo, la donna da sola non riesce a controllarsi, per cui il marito deve educarla e controllarla perché, se lasciata a se stessa, cadrebbe di nuovo nel peccato e nella lussuria. Le donne secondo i filosofi naturalisti sono più libidinose degli uomini e conducono al peccato anche il più virtuoso tra i santi. In quest' ultima linea si muove Ildegarda di Bingen prendendo le loro difese. Dopo aver chiarito che sono gli uomini a essere più libidinosi, Ildegarda stabilisce la relazione che c'è tra maschio e femmina all' interno del matrimonio. L'uomo ha bisogno della donna come l'anima ha bisogno del corpo. L'anima è rinforzata dal corpo e grazie ad esso può compiere azioni, cosi l'uomo è vestito dalla moglie, che lo accudisce e lo mantiene sano e nel pieno delle suo vigore. Ildegarda non mette in discussione la gerarchia tra uomo e donna all' interno del rapporto coniugale, ( la donna senza l'uomo e come una casa che trema), però ne afferma la pari dignità. Eva causa del peccato primordiale viene salvata da vergine Maria immacolata madre del figlio di Dio Gesù Cristo redentore dei peccati.


Bibiografia

Carolyn Merchant La morte della natura Garzanti 1988.
Hannah Arendt Sulla Violenza Le Fenici Tascabili 2008.
M.T.D'Alverny Come vedono la donna i teologi ed i filosofi, in M.C. De Matteis, Idee sulle donne nel
Medioevo Patron 1981.
Michela Pereira, Né Eva né Maria Zanichelli 1981.
7 M.T.D'Alverny Come vedono la donna i teologi ed i filosofi p. 278



Note: 

Paralajmerim i autorit*

Artikulli i me siperm eshte nje relacion (esse?) i shkruar nje vit me pare ne saj te nje seminari i zhvilluar 
ne universitetin e Lettere e Filosofia ne Siena, Itali. Tema e seminarit nder te tjera trajtonte rolin e femres
ne periudhen e Larte Mesjetare. Ajo se cka do te lexoni ne kete relacjon, pervec disa kurjoziteteve, eshte dhe nderthurja qe kam ber midis periudhes mesjetare dhe bashkekohore. Do te doja te paralajmeroja lexuesin se ne kte relacjon nuk eshte trajtuar ceshtja "femer" ne teritorin shqipetar por ne ate te europes perendimore. Gjithsesi do te isha i kenaqur nese ndokujt do ti leverdiste te shfrytezonte artikullin per te bere nje studim mbi ceshtjen "femer" shqipetare duke u mbeshtetur mbi kete relacjon dhe mbi biblografine qe mbart.